Uomini ombra

Ciao a tutte e tutti tra le cose che mi ha lasciato mio papà riguardo la sua vita d’ atleta, prima della guerra nella società veronese Bentegodi poi nella Pro Patria, ho trovato la copia del periodico della Pro patria del marzo 1955. Tra i vari articoli ve ne segnalo uno in particolare,UOMINI OMBRA, io… che per anni mi sono allenata di sera vi assicuro che poco è cambiato!!!
Paola Kerpan
Quando in autunno le giornate cominciano ad accorciarsi e le prime ombre della sera calano repentine, accompagnate quasi sempre da una leggera nebbiolina, incominciano allora i giorni di fatica per gli “uomini ombra”. Il campo Giuriati, l’unico a Milano che è veramente sfruttato, sia per la magnifica pista sia per l’ottima posizione in cui si trova, assume in questa stagione un aspetto molto strano. Se qualcuno per curiosità venisse là potrebbe godersi due spettacoli: al di fuori del campo lo spettacolo delle coppiette che girano in cerca di solitudine dentro invece quello degli “uomini ombra”. Qualcuno si sarà chiesto “ma chi sono questi”? Un po’ di pazienza e vi accontentiamo. Entrando nel campo già buio s’intravede l’unica luce esistente: quella del bar che illumina appena il cancello d’ingresso alla pista. Varcando quel cancello si entra nel regno della notte a diretto contatto con questi famosi uomini. A questo punto dovrete dirigervi verso la partenza dei cento metri dove la visibilità è migliore dato il riflesso dell’illuminazione stradale. Potrete vedere delle ombre, il più delle volte urlanti per togliere qualche maldestro pivello dal mezzo della pista, vagare sbuffanti in su e in giù simili ad anime del Purgatorio Dantesco. Questi cinque o dieci fanatici, brancolanti nel buio, sono coloro che occupati, o per lavoro o per studio durante il giorno, sono costretti ad allenarsi di sera. La storia non è finita qui, anzi si fa più interessante. Come gli aerei hanno il così detto “volo cieco” quando la visibilità è ridotta, così gli “uomini ombra” hanno la “corsa cieca”; e se il volo è difficile, pur avendo l’aiuto di precisi strumenti, la corsa lo è ancora di più, poiché nessuno ha mai pensato di costruire una macchina adatta allo scopo. Veramente ci sarebbe un rimedio, la luce elettrica, ma… costa troppo! Correre di notte non è una cosa piacevole perché si ha l’impressione che la pista sia tutta ondulata e che venga incontro ai piedi. Ogni tanto si sente un grido, un fischio, è un atleta che segnala la partenza. L’allenatore schiaccia il cronometro, e all’arrivo, per vedere il quadrante è costretto ad accendere un fiammifero. Quell’esile fiamma fa accendere una speranza nel cuore dell’atleta, gli da la soddisfazione dello sforzo che ha compiuto. Ancora qualche giro al piccolo trotto: per quella sera è finita. Poi arriva il giorno delle gare, e dopo le gare i commenti… Sui giornali si legge della prova deludente di Tizio, dello strano calo di forma di Caio. I cronisti non possono capire il perché di tutto questo, dato che, secondo loro, la stagione è ancora buona (di giorno però). Vorremmo che qualche giornalista (anche quelli famosi) in una sera in cui non ha nulla da fare venisse a dare una capatina al Giuriati. Vi possiamo assicurare che se non altro, troverebbe dei bellissimi spunti per l’articolo di “colore” che fa tanto divertire la massa dei lettori.
L.PATELLI

 

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1 Commento su “Uomini ombra”

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