“Per quanto tempo vuoi che ne parli?!”
La risposta secca è immediata.
Capisco che ho trovato la persona giusta.
“Si ritrovano cosi su una zattera, aspettano i soccorsi che non arriveranno mai; dai media vengono dati ormai per morti. Passano giorni, durante i quali non hanno avuto problemi per dissetarsi in quanto riuscivano a raccogliere l’acqua piovana, e si sono alimentati solo con un cormorano abbattuto da Ambrogio a colpi di remo e dalle telline che si attaccavano al fondo della zattera. Dopo 74 giorni Ambrogio, scorge all’orizzonte, lontanissimo, all’imbrunire, un cargo battente bandiera greca/cipriota. Ambrogio ricorda incredulo e con notevole stupore il fatto che la fortuna volle, che un marinaio fermo sul ponte per fumare una sigaretta riesca a vederli e fa in modo che la nave effettui una virata per raggiungere la zattera.”
“Ancora una volta il racconto si fa un po’ fumoso. Ambrogio è sempre stato un uomo molto chiacchierato, viene da un lato esaltato e dall’altro accusato. Questa volta è la moglie del Mancini che solleva congetture rivelatisi infondate successivamente. I due vengono accolti sul cargo, circondati dagli squali attratti dalle luci, e Mancini in particolare ero allo stremo dello sue forze: era un uomo di 120 kg che ne pesava 60, viene portato su con imbragatura e mezzi improvvisati. Egli non crede al salvataggio e Ambrogio, partito con 78kg era passato a 41kg, per rassicurarlo gli offre del cioccolato. Purtroppo nel giro di mezza giornata Mancini muore. Si ipotizza che la sua morte fosse dovuta ad un allergia all’antibiotico che gli fu somministrato sulla nave. Ma non mancano altre supposizioni