Giuriati, dalla storia, alla gloria ai giorni nostri

di Renato Mariano

CAMPO SPORTIVO GIURIATI – SITUAZIONE AL 7 DICEMBRE 2018

  1. Premessa – La storia

 

Il Campo sportivo Giuriati di via Pascal deve il suo nome a Mario Giuriati, ufficiale medaglia d’oro, caduto nella I guerra mondiale. Si usava così un tempo quando il governo fascista, dopo aver costruito il campo tra il 1928 e il 1933, pensò bene di dedicarlo a un eroe di guerra nell’enfasi di allora per l’eroismo bellico e la prestanza fisica.

Il Giuriati era allora un campo sportivo anomalo perché poteva contare su una pista di corsa in pirite (ricordata dai frequentatori di allora e adesso come “carbonella”) di sei corsie, lunga 475 metri, per cui nessun eventuale record vi poteva esse omologato.

Immagine di una gara sulla vecchia pista del Giuriati

Nel 1995 la pista venne adeguata dal Comune di Milano agli standard internazionali portandola a 400 metri e 8 corsie.

Il campo, essenzialmente dedicato al rugby e all’atletica leggera, comprendeva anche campi da tennis su terra e da calcetto su erba.

Se la pista era anomala, non così il resto del campo e le pedane dei lanci, tanto è vero che il giovane Adolfo Consolini vi si allenava con una certa frequenza, al punto che il 26 ottobre del 1941 stabilì il record del mondo di lancio del disco con metri 53,34

Il giovane Adolfo (m. 1,80 per 105 chili), veneto classe 1917 era approdato a Milano proprio per la sua straordinaria capacità di lanciare il disco oltre misure eccellenti e scelse proprio il Giuriati per allenarsi e per stabilire questo suo straordinario record. Ma la guerra incombeva e il Campo Giuriati divenne ben presto noto per eventi decisamente tragici.

Il 14 gennaio del 1945, i militi repubblichini del battaglione Azzurro fucilarono nove giovani partigiani, tutti di età compresa tra i 18 e i 22 anni, tutti patrioti appartenenti al Fronte della Gioventù. Dai fasti dello sport alla barbarie del fascismo. Oggi questo evento è ricordato da un cippo in quello che diventò il “giardino dei ricordi” e oggi inserito in area giochi per piccoli cittadini.

Finita la guerra, il Campo sportivo Giuriati ritornò ai suoi valori atletici tanto che il 14 aprile del 1946, come ebbe modo di raccontare aulicamente Gianni Brera, Adolfo Consolini vi stabilì un altro record del mondo. Questa volta l’attrezzo arrivò a 54,23 metri (prestazione ancora oggi ricordata da una targa nell’androne di ingresso del campo). Per la cronaca, Consolini realizzò sempre a Milano, ma questa volta all’Arena, un terzo record mondiale nel 1948 (anno in cui vinse anche l’oro olimpico alle Olimpiadi di Londra) con metri 55,33.
Dopo questi exploit, per quanto riguarda l’atletica, il campo si adagiò in un glorioso (alla memoria) anonimato sino alle prestazioni di Alfredo Rizzo, il glorioso olimpionico mezzofondista con sei titoli di campione italiano (1500 mt. e 3000 siepi) e con mille vittorie conquistate con la maglia della Atletica Riccardi; sino a pochi anni fa ancora si allenava al Giuriati per poi dedicarsi alla preparazione dei giovani mezzofondisti. Alfredo, detto “il King”, è solito visitare periodicamente ancora oggi il campo, chiacchierando amabilmente e fornendo sempre consigli a vecchi e giovani (un giorno, in occasione di una di queste visite, un incauto addetto al campo gli chiese di pagare il biglietto di ingresso!). I più anziani ricordano ancora il famoso percorso esterno di allenamento generato da Alfredo lungo le mura (circa 1067 metri), proprio per questa ragione denominato “il viali Rizzo”.

Oltre alla atletica leggera, il Giuriati divenne campo principale, per gli amanti del rugby. Gli studenti delle scuole vicine vi svolgevano (ancora oggi), tempo permettendo, le lezioni di educazione fisica; ma fu campo di allenamento anche per altri atleti e personaggi famosi (le atlete olimpiche Paola Pigni, Antonella Bizioli, l’esploratore Ambrogio Fogar per citarne alcuni, scusandomi con chi dimentico). Rimase sempre una fucina di preparazione per giovani e diversamente giovani atleti.

A far grande il vecchio Giuriati (più di 80 anni di vita) è la sua storia, perché sono pochi gli impianti italiani che possano mettere in vetrina un passato glorioso, visto che per anni è stato considerato un tempio del rugby e dell’atletica. Sopravvissuto all’ipotesi di demolizione, della quale si parlava cinquanta anni fa (e alla quale si opposero sempre con decisione i cittadini frequentatori che si costituirono in “comitato utenti Giuriati”, ancora oggi esistente); la pista e le tribune in stile inglese sono state ristrutturate dal Comune di Milano a metà degli anni Novanta con un rifacimento di 850 milioni di lire.

  1. La gestione del Politecnico di Milano

Nel giugno 2008 il Comune di Milano diede la concessione in comodato d’uso (durata 35 anni) al Politecnico di Milano che lo gestisce attraverso il CUS (Centro Sportivo Universitario) milanese. L’accordo prevedeva che, da parte del Politecnico, venissero compiuti interventi migliorativi per 1.775.000 euro, per realizzare una struttura sportiva sull’esempio dei campus universitari europei e americani. Come verrà illustrato di seguito, i risultati non sono stati quelli previsti, poco o nulla è stato fatto di quanto promesso ma solo interventi che ne hanno ridotto la fruibilità, senza alcun miglioramento del servizio per i cittadini.

Leggendo l’atto di concessione stipulato in data 27.5.2008, le opere promesse prevedevano la messa a norma degli impianti esistenti (superamento barriere architettoniche, adeguamento impianti elettrici e termici). Il Politecnico si impegnava inoltre di realizzare nuove strutture sportive e di accoglienza: due impianti di calcetto/tennis, uno spazio polifunzionale coperto, spazi adibiti a bar e ristoro, nuovi spogliatoi, un centro di medicina sportiva. Tra gli interventi previsti anche l’ampliamento della palestra esistente e la manutenzione straordinaria del campo di rugby, della pista di atletica e della pedana per il salto in alto.

Si calcolava che al termine dei lavori i metri quadrati complessivi riqualificati avrebbero dovuto essere 3805,43 (+ 200% dell’area attuale).

Oltre al testo del contratto, a conferma degli impegni presi e della soddisfazione delle parti, si riportano le seguenti dichiarazioni di allora:

”Grazie a questo accordo – commenta l’assessore allo Sport e Tempo libero Giovanni Terzi – il Giuriati, già polo storico nel panorama dell’atletica leggera e del rugby milanese, diventerà un centro polifunzionale dedicato ai giovani, alla loro formazione fisica e mentale. Un importante passo in avanti per la promozione di quanto il capoluogo lombardo è in grado di offrire agli studenti provenienti da tutto il mondo nell’ottica di una rete di scambi internazionali anche in vista dell’Expo 2015”. ”L’obiettivo dell’Amministrazione comunale – ha proseguito Terzi – e’ proprio quello di affidare al gestione degli impianti ad associazioni, come il CUS, per valorizzare lo sport anche come occasione di incontro e aggregazione”.
“Siamo orgogliosi e lieti di mettere a disposizione della popolazione universitaria, delle Associazioni Sportive e della cittadinanza tutta, un nuovo complesso che a breve sarà dotato delle più moderne strutture sportive e ludiche con prezzi sicuramente vantaggiosi rispetto a qualsiasi altra struttura privata e sempre nel pieno rispetto delle tariffe concordate con il Comune di Milano – dichiara il Presidente del CUS Milano Alessandro Castelli. La nostra missione di servizio sportivo verrà sicuramente implementata con la nascita del Campus Giuriati che vorremmo far diventare col tempo, sullo stile delle strutture sportive di college inglesi e nordamericani, la casa sportiva polifunzionale della Milano universitaria, oltre che un importante punto di riferimento per soddisfare il desiderio di sport e svago dei milanesi”.

La situazione attuale

  • Struttura

Come accennato precedentemente le attese sono state deluse. Già il 26 febbraio 2009, Luca Prini, consigliere di Zona 3 dichiarava “La convenzione, all’art.4 (obblighi del comodatario) prevedeva

l’esecuzione entro il 2008 delle prime opere: adeguamento normativo per barriere architettoniche e messa in sicurezza dei manufatti esistenti, ammodernamento edificio tribune ed interventi manutentivi sulla pista di atletica, per una spesa totale di 526.680,00 per la prima tranche dei lavori. Ad oggi non è stato fatto niente. Mentre il CdZ, dopo aver effettuato un sopralluogo, attende di avere un confronto col Politecnico per avere informazioni e garanzie sui tempi e la modalità di esecuzione delle opere, il Politecnico ci ha fatto gentilmente sapere quali sono le motivazioni del ritardo: si tratta in realtà della tempistica normale richiesta dai lavori eseguiti su edifici vincolati dalla Soprintendenza. I progetti esecutivi dei lavori previsti dalla prima fase, tra cui il rifacimento degli spogliatoi e della portineria, già approvati dalla Soprintendenza, attendono solo l’approvazione dell’Ufficio tecnico dell’Assessorato allo Sport del Comune di Milano. Invece i lavori di manutenzione della pista, già appaltati, possono essere eseguiti solo a una temperatura superiore ai 10°, quindi già a Marzo dovrebbero iniziare. Da settembre, assicura Adriana Baglioni del Politecnico, potremo vedere il centro sportivo Giuriati vestito a nuovo. Ma siamo ancora a questo punto.”

Era un primo indizio dei disastri successivi: oggi, a distanza di 10 anni la situazione del Giuriati, con riferimento agli interventi previsti nella convenzione, è la seguente:

  1. Spazio polifunzionale coperto/centro di medicina sportiva

Sono stati ripetutamente effettuati scavi in una area adiacente al muro di cinta sul lato Besta (fatti, coperti, rifatti e ricoperti parzialmente) in un’area di circa 500 mq. che va dall’ ex campo di tennis al muro di cinta. Oggi quella zona è ancora inagibile, cintata a cantiere, un buco orrendo coperto da erbacce e giacenze maleodoranti di acque piovane. Con questo intervento il percorso originale di allenamento esterno è stato ridotto a circa 600 metri dagli originali 1067 metri (con buona pace dei “viali Rizzo” di una volta). Era stata inizialmente “scavata” anche una zona adiacente prima dei campi di calcetto, poi ricoperta e ripianata con promessa di installare delle panchine (mai viste). Ora la zona è praticamente inutilizzata e coperta da erbacce.

   2. Campi da calcetto/tennis

Ubicati nella zona dove originariamente si trovavano i campi da tennis poi trasformati in campi di calcetto in erba, sono stati fatti (e rifatti due volte), ma tranne che nei periodi estivi e in occasione di eventi organizzati, risultano scarsamente utilizzati. Ovviamente non utilizzabili per il tennis per via del fondo; per altro non si capisce la spesa per la illuminazione se poi il campo chiude alle ore 20.

   3. Spazi adibiti a bar/ristoro

Qui è stato fatto un capolavoro. Il bar precedente era ubicato in un locale accessibile dall’androne di ingresso sia dai frequentatori del campo che dagli studenti provenienti dalle aule del Politecnico: questo locale è stato poi utilizzato come reception e da qualche tempo stranamente chiuso. C’era prima ancora un altro “baretto” gestito dalla signora Miranda in prossimità della pista.

E’ stata realizzata una nuova struttura utilizzando la vecchia e storica “casa degli attrezzi” (ora gli attrezzi e i materiali per manutenzione sono contenuti in un orrendo capannone metallico sulla destra della tribuna) con gazebo coperti e magazzini per i materiali del bar e servizi: per questo è stata utilizzata l’area di circa 300 mq. precedentemente dedicata alla zona di preriscaldamento dei velocisti.

 

Come si presentava la zona prima degli interventi del Politecnico

Fino a qui avrebbe potuto essere tollerabile in quanto finalizzato a realizzare una nuova struttura per il campo. Il problema è che poi il tutto è stato posto rigidamente all’esterno del campo, abbattendo il precedente muro di cinta e realizzando una nuova cancellata più interna. In questo modo, non solo si è ridotta la zona fruibile del campo sportivo, ma il bar è praticamente inaccessibile dagli utenti del campo e accessibile solo dalla strada esterna.

Lavori di costruzione nuovo bar

 

Lavori ultimati con costruzione di una cancellata che separa il bar dal campo sportivo

 

  1. Nuove strutture di accoglienza/Nuovi spogliatoi

Siamo ancora in attesa di quanto maggiormente serve agli utenti: gli spogliatoi continuano ad essere non riscaldati, con dotazioni fatiscenti (le panchine ruggini e dondolanti rischiano sempre di cadere sui malcapitati utenti), muri scrostati e con muffa per l’umidità (gli areatori ci sono ma non funzionano), rubinetteria non sempre presente e funzionante (quest’ultima citazione rilevata anche da TripAdvisor il 26 agosto 2016), docce spesso mal funzionanti, pratica mancanza di asciugacapelli (in teoria c’è un impianto che soffia aria quasi fredda).

 

Situazione locali spogliatoi e docce

Il locale adibito a spogliatoio femminile era l’unico con termosifone e asciugacapelli a parete, ma poco tempo fa le donne sono state spostate in uno degli spogliatoi del rugby senza riscaldamento e ovviamente asciugacapelli. La motivazione che è stata data è che “..in nessun campo sportivo gli spogliatoi delle donne sono vicini a quelli degli uomini”. Invitiamo i dirigenti del Politecnico a documentarsi e, senza andare lontano, a visitare gli spogliatoi dell’Arena Civica. Con la chiusura degli accessi alla tribuna, il bagno delle donne è diventato inaccessibile: la brillante soluzione è stata di adibire a uomini e donne l’unico locale di servizi rimasto! Ovviamente le donne preferiscono farsi duecento metri a piedi e tornare ai servizi negli spogliatoi.

  1. Adeguamento impianti elettrici/termici

Gli impianti elettrici, in particolare negli spogliatoi sono completamente fuori norma. Il riscaldamento non esiste proprio.

 

Alcuni particolari dell’impianto elettrico negli spogliatoi

 

3.2 Gestione e rapporti con gli utenti

La convenzione prevedeva che il campo avesse continuato ad essere disponibile per i cittadini oltre che per gli studenti. La gestione del CUS Milano, nonostante qualche problematica di normale amministrazione, ha garantito in questi anni un rapporto con i frequentatori del campo e con il Comitato Utenti Giuriati tale da poter risolvere qualche inevitabile problema, in particolare per quanto riguarda il rinnovo dei tesseramenti e le molteplici situazioni di “campo non disponibile” (nei mesi di Aprile,Maggio e Giugno il campo viene normalmente affittato a scuole pubbliche e istituti privati per lo svolgimento di gare scolastiche

(normalmente la mattina, impedendo l’accesso ad altri frequentatori) che talvolta si prolungano oltre il limite di mezzogiorno, quando la gran parte degli abituali frequentatori devono svolgere i loro allenamenti. Siamo del parere che queste mezze giornate debbano essere considerate nel calcolo degli impegni circa la libera disponibilità del campo, oltre alla chiusura estiva e natalizia. Fra l’altro, per evitare problemi agli utenti abituali, basterebbe applicare del buon senso e affittare il campo al massimo sino alle 12.30 (tutti i frequentatori, ma anche il personale di gestione, sanno che il tempo maggiore viene utilizzato dalle scuole per perdere del tempo tra le varie gare e, talvolta, anche per effettuare le premiazioni direttamente sul campo. Basterebbe che siano invitati a fare le premiazioni in tribuna, dove per altro sarebbe più comodo, lasciando il libero accesso alla pista per chi deve allenarsi).

La situazione è però completamente cambiata dal Maggio di quest’anno, con il manifestarsi di tale Bulleri, responsabile delle attrezzature sportive del Politecnico, che di fatto ha praticamente esautorato i responsabili del CUS, generando una situazione conflittuale con gli utenti (Fabrizio Iacuzzo, responsabile della struttura operativa del CUS non si è più visto).

Sono apparsi cartelli di divieti, alcuni comprensibili ma altri totalmente assurdi, che hanno non poco irritato i cittadini frequentatori del campo.

A parte colossali sciocchezze (come quella di minacciare di “espulsione” gli atleti che alle 13 in piena estate, con 35 gradi all’ombra, si tolgono la maglietta per evidenti problemi), sono arrivati il divieto di accesso alla tribuna, dove normalmente vengono svolti gli esercizi di irrobustimento (per chi ne capisce i famosi “gradoni”) e gli esercizi di stretching per stare al coperto quando piove, il divieto di correre al contrario (esercizio raccomandato dai medici sportivi per bilanciare la muscolatura), l’obbligo per gli amatori di non utilizzare le prime corsie (come se gli atleti amatori non potessero cimentarsi su distanze classiche).

La bacheca, posta nell’anticamera degli spogliatoi, usata dalle società sportive per le comunicazioni ai propri tesserati, è inspiegabilmente stata rimossa: alle proteste dei presidenti delle società è stato risposto che ne sarebbe stata posta una nuova: mai vista!

La goccia che ha fatto traboccare il vaso nei rapporti tra gli utenti e la “gestione Politecnico” è stato recentemente il divieto di proseguire con la manifestazione denominata Corrigiuriati, se non provvedendo alla presenza di medici, ambulanza e quant’altro. Tutto motivato dal fatto che un signore anziano si è sentito male!

Allora è bene ricordare per chi legge e non è informato, ma anche per i dirigenti del Politecnico, di cosa si tratta (visto che non ha avuto esito un colloquio chiarificatore richiesto da una rappresentanza di utenti e di presidenti di società sportive i cui atleti si allenano al Giuriati).

Poche note per comprendere cosa rappresenta il Corrigiuriati per gli atleti amatori milanesi. Ancora negli anni Sessanta era davvero poco consueto vedere qualcuno correre per strada o nei parchi. Pochi temerari sfidavano traffico e derisione della gente. Si racconta che al vecchio Giuriati, invece, un folto gruppo di appassionati podisti (oggi potremmo definirli mitici) erano dediti saltuariamente a prove in pista organizzate in proprio. Persone comuni, ammaliate da uno sport allora pionieristico, che trovavano rifugio e habitat ideale in un campo sportivo sopravvissuto alla guerra. Avevano “ereditato” una polverosa pista da 473 metri in “carbonella” (scorie di lavorazione di fonderia), rimediata dai soldati australiani di stanza a Milano dopo la Liberazione. Qualche decennio dopo rinasce l’iniziativa: cambiati i costumi, il campo ora ha tra i suoi frequentatori gli abitanti del quartiere, gli studenti universitari e i loro professori, gli amatori e gli agonisti, gruppi sportivi giovanili e scolaresche. In certe giornate c’è il pieno. Nella primavera del 1992 un gruppo di amici lancia l’idea di ritrovarsi di tanto in tanto al mezzogiorno e al pomeriggio e fare allenamenti comuni su varie distanze. Nasce il Corrigiuriati. A quel gruppo di amici se ne sono aggiunti tanti nel frattempo. C’è chi viene e chi va, ma cresce l’interesse per la formula, che è semplicemente basata sul piacere di ritrovarsi a correre in compagnia sulla stessa distanza, condividendo passione e aspirazioni. Sempre col massimo rispetto dei limiti altrui. Non a caso, infatti, i ritrovi fanno presa anche sui principianti che si sentono incoraggiati dall’accoglienza e fiancheggiati dall’esperienza dei “veterani”. Il risultato è una fortunata combinazione di persone che, pur diverse per età, professione, estrazione sociale, si sentono accomunate dal senso di appartenenza e di condivisione dell’ambiente.

Il Corrigiuriati è una iniziativa patrocinata dal Comitato Utenti Campo Giuriati (e per altro condivisa anche dal CUS Milano che per qualche tempo la presentava sul proprio sito internet) e la collaborazione delle società sportive amatoriali milanesi con partecipazione gratuita e libera a tutti. I consueti ritrovi del giovedì rappresentano momenti di aggregazione per un vasto gruppo di persone che si identificano nel valore formativo della corsa e si avvantaggiano degli effetti psicofisici dell’attività motoria svolta all’aperto e in condivisione. Con la partecipazione, i concorrenti si assumono ogni possibile rischio e sollevano gli organizzatori da ogni tipo di responsabilità derivante da eventuali infortuni e/o danni occorsi a se stessi o a terzi. A questo proposito occorre sottolineare che il 95% dei partecipanti sono atleti tesserati Fidal e quindi con esame medico obbligatorio e abilitazione alla pratica agonistica: pertanto eventuali responsabilità sono a carico dei presidenti delle società sportive di appartenenza.
Al termine dell’allenamento, ogni partecipante cronometra il proprio tempo di gara e lo indica su un apposito foglio insieme al proprio nome. La prova non è a carattere competitivo (non potrebbe esserlo considerato le differenze di età e sesso dei partecipanti) anche se talvolta si creano ovviamente sfide personali che innescano competizioni; non ha alcuna valenza ufficiale e non prevede premiazione, ma riconoscimenti durante una “festa” di fine anno al campo.

Ora i gestori cerchino di capire che non esiste, dal punto di vista di rischi e responsabilità, alcuna differenza tra la partecipazione al Corrigiuriati e i normali allenamenti eseguiti sul campo.

Questo ci porta ad una ulteriore osservazione riguardante le differenze nella gestione tra il Giuriati (con la recente influenza del Politecnico) e gli altri campi sportivi gestiti dal CUS Milano, ma senza lo zampino del Politecnico. Il confronto stridente è con il Campo XXV Aprile con pari attività, ma dove sia le strutture (pista nuova, spogliatoi riscaldati e con armadietti) che i rapporti con gli utenti sono completamente diversi e accettabili.
Parecchi tradizionali frequentatori del Giuriati (si calcola ad oggi già il 15%) che, per ubicazione di domicilio o lavoro non hanno grandi problemi, hanno già cominciato ad “emigrare” dal Giuriati ad altri campi sportivi, anche fuori Milano. E allora la pomposa dichiarazione del Presidente Castelli, riportata nelle precedenti pagine di questo testo, diventa un altro fallimento: i cittadini fuggono dal Giuriati!!!

Ma non tutti, noi no rimaniamo ancora una volta come in passato a difendere il Giuriati da persone incapaci e incompetenti.

  1. Conclusioni

In presenza di questa situazione, appare evidente che la gestione Politecnico in questi 10 anni ha completamente fallito gli obiettivi alla base della concessione comunale sia per le evidenti inadempienze, che per la ampiamente dimostrata incapacità a gestire un impianto di servizio pubblico. Si tratta di un problema contrattuale che il Comune di Milano dovrà risolvere al più presto (dove sono finite le ispezioni periodiche previste nella convenzione?).

La cosa maggiormente ridicola ma che sottolinea l’incapacità di questi signori, sono i quattrini che il Politecnico continua a spendere in cose inutili e destinate solo alle esteriorità (come i cartelli indicatori bilingue, talvolta errati).

Recentemente sono apparsi sul campo dei “totem indicatori” per segnalare dove si trova la pista, dove gli spogliatoi ecc. ed inoltre è stato annunciato un costoso regalo di Natale per gli utenti: il giorno 23 Dicembre saranno installati dei tornelli di ingresso operabili solo attraverso apposita tessera codificata. Non importa se si fa la doccia al freddo, ma il Giuriati sarà uno dei pochi campi sportivi ad avere gli ingressi controllati!! (…a quando le impronte digitali?).

Ultima recentissima trovata (sempre spendendo soldi per cose inutili), sono stati piantati dei pali per delimitare il percorso esterno: oltre alla pratica inutilità, si viene a restringere lo spazio di corsa per quando si corre in gruppo!

Con questi tornelli si profila un altro grande problema: come faranno ad entrare gli atleti con tessera emessa al XXV Aprile (per convenzione Comune-Cus-Fidal sino ad oggi le tessere erano valide per l’ingresso in tutti i campi); inoltre, come faranno ad accedere al campo i genitori e accompagnatori dei ragazzini che frequentano il Giuriati nel pomeriggio?

Per correttezza, dobbiamo invece affermare che la gestione CUS, senza interventi di persone del Politecnico, può continuare, augurandoci che venga allineata agli standard di trattamento degli altri campi sportivi gestiti.

Il Giuriati dopo gli interventi del Politecnico: le zone in nero sono quelle non più accessibili, in bianco i campi di calcetto. La convenzione prevedeva un ampliamento dell’area riqualificata, che invece è stata ridotta.

A FRONTE DI QUESTA DISASTROSA SITUAZIONE COSA CHIEDONO I CITTADINI FREQUENTATORI DEL GIURIATI

Premesso che le inadempienze contrattuali del Politecnico sono un problema del Comune di Milano come parte in causa, non desideriamo la luna, ma semplicemente ed esclusivamente quello che serve agli utenti dell’impianto. Se veramente si vuole rimodernare il Giuriati, gli interventi che vengono elencati di seguito sono le richieste che possono essere confermate da chiunque troverete ad allenarsi all’interno del campo. Le priorità degli interventi saranno ovviamente dettate dal buon senso, dai periodi del’anno maggiormente indicati e dalla esigenza di mantenere agibile il campo per il maggior tempo possibile.

Spogliatoi

Cambio panchine/attaccapanni, messa in funzione degli aeratori, pulizia e bonifica dei muri, impianto di riscaldamento (non dovrebbe essere una cosa complicata considerato che l’ex spogliatoio femminile, adiacente a quelli maschili, era dotato di riscaldamento e quindi le tubazioni sono già attivate sino a quel punto); asciugacapelli a parete (anche a pagamento); manutenzione periodica delle docce (è noto che l’acqua a Milano contiene molti fondi calcarei e, come si fa a casa propria, occorre frequentemente pulire i getti e anche sostuirli), sistemazione impianto elettrico; ripristinare la bacheca dei messaggi.

Campo:
Se non serve più, ripianare l’orrendo buco, e rendere nuovamente agibile l’estensione del percorso di allenamento esterno; manutenzione della pista (auspicabile un rifacimento).

Bar
Ormai il danno è stato fatto e non c’è più nulla da fare! Quindi ora basterebbe prevedere l’accesso anche dall’interno del campo per renderlo fruibile dai frequentatori.

Gestione
La situazione attuale è tale da evidenziare incapacità ed incompetenze da parte di chi si è occupato degli interventi del Politecnico in questi 10 anni: pertanto, come succede in tutte le aziende serie, consigliamo vivamente di sollevarli dall’incarico. Non solo il Bulleri ma, se si tratta solo di un esecutore, sarebbe bene verificare anche chi sta sopra di lui per evitare ulteriori spese inutili e danni.

 

Dal punto di vista operativo occorre incrementare la pulizia dei locali in particolare degli spogliatoi; riaprire l’accesso alla tribuna; tenere conto delle esigenze degli utenti abituali (abbonati paganti) quando si decide di affittare il campo ad altre organizzazioni; se si vogliono proprio mettere i tornelli di accesso controllato, fornire le tessere codificate a tutti gli abbonati anche degli altri campi sportivi gestiti dal CUS Milano; non interferire con le attività organizzative degli utenti (Corrigiuriati) ma, se si immaginano problemi, provvedere con le opportune soluzioni concordate preventivamente con i rappresentanti degli utenti stessi, tra i quali i Presidenti delle maggiori società sportive milanesi; eliminare i divieti assurdi (assurdi due volte perché non sono finalizzati ad alcunché di utile e quindi difficilmente possono essere rispettati).